Volge al termine questo lungo giorno
Dai mille tramonti e le albe rosa
Silenziosamente
E non sono mancate le burrasche
I gelidi venti
Che facevano parte del gioco
I tuffi nel mare chiaro di Stintino
e le spiagge brillanti di silicio
sotto i soli d’agosto e di settembre
Le nuvole rosa degli alberi di Giuda
Nei Giardini Pubblici assolati
Intorno alla fontana grande con i pesci rossi
Sassari rideva sulla sua dolce collina
Avvistando lo splendido golfo laggiù
E l’Asinara dorata
Tra i tetti delle case degradanti.
È finito il nostro tempo
Quelli degli anni cinquanta
I ragazzini sempre ultimi della fila
A guardare il mondo che cambia
Adagiati sui selciati vecchi dei nostri padri
Impossibile scordare in lampi fugaci
I cavalli col muso nella biada
Le carrozzelle ferme in Piazza d’armi
E Piazza d’armi -perché, se è solo una via
Come le altre?- Ci hanno costruito
La scuola media sulle marce fasciste
L’asfalto e i semafori
Le strisce pedonali dove marciavano
Le camicie nere barzelletta del mondo
I giovani con i libri in mano
E i cellulari accesi non vedono
E non sentono il cuore che batte
Del nostro giorno alla fine
Non sanno dei grembiuli neri
E dei fiocchi rossi
Delle macchie d’inchiostro sui quaderni
E sulle dita che stringendo la penna stilografica
Allineavano parole
Nelle righe di quinta elementare
C’era ancora silenzio per sentire
Le voci e le risate
Lacrime per soffrire
Nelle solitudini e grida per gridare
La nostra libertà
Ancora tutta da conquistare