Il mare ha una trama di seta lucida
che certe volte si aggroviglia in lana
grezza di muschi ritorta e d’umida
fanghiglia d’alghe, sempre dipana
in qualunque momento
un filo che l’occhio segue attratto
dal suo formarsi lento
in superficie, lento ma chiaro tratto
ora dolce e ondulato
ora franto e spezzato,
ora corrente riga di corsivo
-La scrittura del mare vivo -
fiotto d’inchiostro che si fa sottile
dall’abisso scaturito,
verbo nudo e scarnito,
a dire il profondo e l’infinito
a penetrare la pelle senile
con rude tocco salso dell’orbace,
filo di lana di pecora antica
che tesse cilici e dice pace
col sangue, che il mare lava
con il filo che
avvolge e che affatica
il filo della lenza e della rete,
il filo che giunge a riva
insieme all’onda di sale e sete,
la sua curva sinuosa cavalcando
s’impunta in ago e al fondo s’ingruma
in frange di corallo
riaffiorando
ed in schegge di luna.
Dice il sogno e la reale sospensione
dell’ora quando l’attesa pesa
sulla
lunga agonia della stagione
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