venerdì 8 agosto 2014

l'albero di giuda




Issa la primavera il suo vessillo
rosa sulle case
tende le mani il vento a accarezzare
spettinando giocoso
la chioma e sulle facciate abbacinate
scherza il riverbero bianco del mare.
Sull'onda calma del porto va e torna
l'antica cantilena delle stagioni,
ancora ha voce fanciulla il suo richiamo
e scorre sciabordando
sull'orlo della banchina in un canto
di scaglie, in un incanto di fiabe
e di sirene. Si staglia la figura
sul muro scalcinato e la sua ombra
l'accompagna lunga d'anni e fresca
d'una alba nuova al vagito del giorno.


martedì 17 giugno 2014

Addio al lungo giorno

Volge al termine questo lungo giorno
Dai mille tramonti e le albe rosa
Silenziosamente
E non sono mancate le burrasche
I gelidi venti
Che facevano parte del gioco
I tuffi nel mare chiaro di Stintino
e le spiagge brillanti di silicio
sotto i soli d’agosto e di settembre
Le nuvole rosa degli alberi di Giuda
Nei Giardini Pubblici assolati
Intorno alla fontana grande con i pesci rossi
Sassari rideva sulla sua dolce collina
Avvistando lo splendido golfo laggiù
E l’Asinara dorata
Tra i tetti delle case degradanti.
È finito il nostro tempo
Quelli degli anni cinquanta
I ragazzini sempre ultimi della fila
A guardare il mondo che cambia
Adagiati sui selciati vecchi dei nostri padri
Impossibile scordare in lampi fugaci
I cavalli col muso nella biada
Le carrozzelle ferme in Piazza d’armi
E Piazza d’armi -perché, se è solo una via
Come le altre?- Ci hanno costruito
La scuola media sulle marce fasciste
L’asfalto e i semafori
Le strisce pedonali dove marciavano
Le camicie nere barzelletta del mondo
I giovani con i libri in mano
E i cellulari accesi non vedono
E non sentono il cuore che batte
Del nostro giorno alla fine
Non sanno dei grembiuli neri
E dei fiocchi rossi
Delle macchie d’inchiostro sui quaderni
E sulle dita che stringendo la penna stilografica
Allineavano parole
Nelle righe di quinta elementare
C’era ancora silenzio per sentire
Le voci e le risate
Lacrime per soffrire
Nelle solitudini e grida per gridare
La nostra libertà

Ancora tutta da conquistare

domenica 8 giugno 2014

E' triste questa notte

E' triste questa notte come ogni notte.
Batte la pioggia col suo tamburello
il ritmo della vita e la sua pena.
Intanto danza l’ eterea danzatrice
sulle punte di seta sotto l’arco
a cuore delle sue candide braccia.
Quando scaglia il nastro serpeggiante
è un getto fresco che inonda  
la roca gola affannata da un lungo
e vaneggiante discorso


venerdì 6 dicembre 2013

Se è l'amore

Se è l’amore che ispira i poeti
Questa luce che irradia il mio giardino
E queste gocce di brina sui germogli
Della precoce primavera
I limoni che esplodono il loro giallo
Tra le frasche spettinate dal vento
Questi agguati del gatto striato
Alle lucertoline tra le pietre del muretto
Questo allora è amore
Che trema fragile sul timido raggio
E fugge al calar della sera
S’affaccia al primo sole
E si rinfratta selvatico per timore
Del gelo che l’attende la notte
Questo è il silente amore
Delle cose che hanno un cuore
Contro l’anima petrosa
Della gente dai cavi occhi senza cigli.

martedì 12 novembre 2013

Bambina sullo scoglio



Dove si frange la schiuma dell'onda
vorrei tuffarmi chiudendo gli occhi
perdermi nel vitreo azzurro
mentre il coperchio dell'acqua
si chiude sul mio corpo senza peso
Sarò ancora fanciulla
ancora adulta e vecchia
in una discesa e una risalita
Quando riaprirò gli occhi
il cielo sarà una liquida marea
in cui daccapo tuffarmi


SULLO SCOGLIO
Tuffarmi ad occhi chiusi
dove si spezza l’onda e si fa schiuma
e si dissolve il corpo senza peso
nell’azzurra oscurità,
discendere nel vortice fanciulla
alla fresca carezza che adulta
mi accompagna nella risalita
al confine che mi sovrasta,
dove vecchia riaffioro
con occhi spalancati alla distesa
sottosopra del cielo

 e nella luce daccapo tuffarmi

giovedì 17 ottobre 2013

Il filo del mare

Il mare ha una trama di seta lucida
che certe volte si aggroviglia in lana
grezza di muschi ritorta e d’umida
fanghiglia d’alghe, sempre dipana
 in qualunque momento
un filo che l’occhio segue attratto
dal suo formarsi lento
in superficie, lento ma chiaro tratto
ora dolce e ondulato
ora franto e spezzato,
ora corrente riga di corsivo
-La scrittura del mare vivo -
fiotto d’inchiostro che si fa sottile
 dall’abisso scaturito,
 verbo nudo e scarnito,
a dire il profondo e l’infinito
a penetrare la pelle senile
con rude tocco salso dell’orbace,
filo di lana di pecora antica
che tesse cilici e dice pace
col sangue, che il mare lava
 con il filo che avvolge e che affatica
il filo della lenza e della rete,
il filo che giunge a riva
insieme all’onda di sale e sete,
la sua curva sinuosa cavalcando
s’impunta in ago e al fondo s’ingruma
 in frange di corallo riaffiorando
ed  in schegge di luna.
Dice il sogno e la reale sospensione
dell’ora quando l’attesa pesa
sulla lunga agonia della stagione

sabato 28 settembre 2013

sera



Sei sola in questa sera che avanza
immersa nel suo familiare silenzio
sei pronta ad affrontarlo
e non ti fa paura
intanto che si riempie lentamente
delle capriole dei tuoi pensieri
è  il filo che si dipana sospeso
e si riannoda oltre i limiti nostri
e tu con esso ti ricongiungi
ai volti ed alle voci che affollano
questo tuo spazio vuoto
come un bicchiere che accoglierà
la spuma fino all’orlo che trabocca

venerdì 23 agosto 2013

frescura nel golfo





Come placido stai quasi immoto
Vello di frescura,
scialle di trame lucenti
sulla pelle che invischi di sussurri ,
brividi  di carezze, e dei baci
rimasti sulla punta delle dita,
golfo verde e turchese
che ora ti incurvi per accogliermi
tra le tue braccia tese
poi ti ritiri nella linea lontana
e netta come una fine

lunedì 19 agosto 2013

Ora il silenzio




Ora il silenzio sale
e nell’aria notturna la città
s’inebria di dolcezza,
l’agosto attende ormai l’inevitabile
ritorno, e questa felicità
è come un attimo  di leggerezza
sul filo del trapezista,
è una capriola in aria
a caduta libera,
quando l’ansia fa goffo il gesto e il piede
incespica a preannunciare il volo
dove non è a proteggere la rete

senecio leucanthemifolius e catapodium rigidum







voi piccoli  fiori autoctoni
sul lito abbarbicati  d'arsa ghiaia
e come le leopardiane ginestre
invitti al fuoco estivo
pure fragili e dolci come oboi,
parentesi tra terra e mare,
le gialle corolle al cielo volgete,
stagliate tra  l'azzurro e il bianco,
rustiche e spettinate
d'inconsapevole preziosa rarità


giovedì 25 luglio 2013

I fili recisi

Sono i fili recisi dei pensieri,
colpi secchi di vetri che si chiudono,
vibrano nei rumori della notte,
tra le puntute dita
fruscii d'ombrosa palma
li tengono sospesi.
Latrati d’auto nell'aria notturna
e di cani famelici alla caccia
nei sobborghi anneriti della vita
dove è persa la traccia.

martedì 16 luglio 2013

Fiore di Feijoa sellowiana




esotico fiore 
all'esplosione dei tuoi soli rossi
pistilli vivi s'irradiano 
 fosforescenti stille
zampilli di fuochi d'artificio
o mille zampe pelose
di velenoso ragno


FARO





meta d'eterne tempeste
e d'uccelli marini temporaneo
riposo sulla scogliera
t'ergi solitario  porgendo
quando la furia impazza
all'onda l'alto tuo baluardo
e placido ti specchi
nella piatta monotonia
del buon tempo sereno




martedì 11 giugno 2013

la Pelosa sotto il maestrale




TESSE LA TELA IL MAESTRALE

È appesa al cielo la matassa di nubi
Che sfilaccia il maestrale
Sulla trama di rosate trasparenze
E veli d’azzurro
lucenti fili ordiscono le spume
Per adagiarsi infine sulla tenera
Battigia in lenzuoli lisci
Di finissima seta

lunedì 27 maggio 2013

SGUARDO


dove guardi al tremulo orizzonte
che un punto s'indora al tramonto
e fermo espande la raggiera
rossa della sua coda di pavone
t'invita il mistero del tempo oltre
la gobba incendiata del mondo

lunedì 20 maggio 2013

Alla Finestra



Ho sfiorato la vita
affacciata alla finestra
sbocciavano fuochi d'artificio
e poi scoppiavano come bolle iridescenti
al tocco di uno sguardo.

Ho esitato il tanto
che il tempo trascorresse
come un nastro trasportatore
la signora il fanciullo e quel ragazzo
dagli occhi di velluto
li ho visti andare su quel nastro
contenitori d'anime
portando con sè l'immagine di una
affacciata alla finestra




sabato 4 maggio 2013

barche al porto vecchio



in fila come perle d'una rotta
collana 
rotolano rimbalzando
allegre
nei riflessi 
dei propri sgargianti colori
sulla superficie
 verde
dello specchio 
d'acqua

giovedì 25 aprile 2013

Giochiamo pure



Giochiamo pure
nei ritagli di tempo
quando non abbiamo niente da fare
e la mente si avvia
per sentieri troppo intricati
giochiamo allora
per sdrammatizzare
sui silenzi troppo neri
alle domande senza risposta
che vengono dal fondo
forse basta una mossa quella giusta
per trovare finalmente
la chiave del gioco

domenica 3 marzo 2013

Sera



omaggio ad A.Maggi - melegranate di sardegna

                                                          
Triste la sera che s’incurva al peso
dei trascorsi affanni
e cala testarda
con scrosci di pioggia intermittente
sulle imposte chiuse
sempre via di fuga
ai  pensieri di chi in silente attesa
si rivolge esausto
incontro ai confini
murati della sua deserta stanza

mercoledì 20 febbraio 2013

forse oggi piove


omaggio ad A.Maggi - ventaglio 

Forse oggi piove

Tornano sprazzi di ricordi
che tracciano linee di profondità
sulla prospettiva del tempo

E la grande nuvola che il libeccio
spalma sulla città
è una tregua di frescura
all'afa che la tormenta

Una siccità d'anni intorno agli occhi
si raggruma
come solchi secchi d'un campo
su cui la promessa di pioggia
sta sospesa

E la tristezza si ravviva
che la credevo sepolta

domenica 3 febbraio 2013

MARTA




NON SO CHE DIRE

Non so che dire guardami
Sono vuota di parole vesto solo
Semplici panni di ovvietà
Non vale la pena dire ciò che già sai
Ciò che sappiamo da infiniti anni.

I giorni dei giochi e delle capriole
Sono consumati ed anche l’eco
Di quelle risate al tavolino
Del bar sul bicchiere della coca
Con il limone e la cannuccia
Gorgoglia non più che nelle
Svaporate nebbie di triti fantasmi
Insieme al tintinnio di catene
E l’ululo dei condannati.

E ci richiama al silenzio esasperato
Della sequela del tempo
A rifare ogni volta le stesse cose
E i gesti quotidiani si ripetono
Fiacchi e scontati prevedibili
Come la pioggia d’inverno.

Svuota le tasche sul comodino
Denudati degli oggetti del giorno
L’orologio e il cellulare
Che hai lasciato tutto il tempo
Silenzioso perché anche un trillo
Ti turba e non vorresti rispondere
Alla voce senza corpo
Alla voce senza tono indifferente
E anonima dall’altro capo
Della vita.

mercoledì 2 gennaio 2013

vecchio con cane





A tempo scaduto

Così mi pento
mi pento di molte
cose
di non saper amare ormai
e di non avere mai amato mai
così ho cancellato anche il ricordo
ed è calato l’oblio sui rigurgiti
antichi ed i tentativi falliti
e le annaspanti ricerche
e le attese
e poi solo costruzioni mendaci
-a me stessa tessevo ingenui inganni-
mi pento di molte cose
d’essermi svenduta per codardia
disperso i miei talenti
rinunciato
alla mia lotta per la libertà
dietro gli obblighi nascosta mi sono
e femminili debolezze debole
piccola
donna che perduto ha
l’orgoglio vestendo i panni di volta
in volta di madre e d’ape operaia
regina no
non ambivo allo scettro
o ad un trono dorato ma l’ordine
della mia coscienza incerta attendevo
chinando il capo
mi pento di molte
cose dell’aver creduto coraggio
la rinuncia
di me e scambiato per scelta
la resa
ma dal mio pentimento non avrò
perdono nè tempo sulla bilancia
dei tanti patimenti e delle poche
gioie ci sarà
per scontarne il peso

mercoledì 5 dicembre 2012

omaggio a Jack Vettriano - Danzando sotto la pioggia



Danza un riflesso
sulla risacca rosso.
Voglia d'estate

Bambina con aquilone



IL PRESENTE E IL SOGNO
Com'è passata presto
quell'età insensata
te ne stavi svagata nei tuoi sogni
non toccavi coi piedi la terra

E chiudendo gli occhi
ti vedevi vivere
nel turbine del tempo
e intanto non vivevi il tuo presente




NELL'INFINITA PRATERIA

Com'era nella corsa
ardita
inseguendo del vento
la canzone
la melodia del tempo
la bambina

Fino a librarsi a volo
nell'infinita prateria
spiccando all'orizzonte
il suo tuffo ad angelo


sabato 10 novembre 2012

sabato 27 ottobre 2012

Cielo a colori



pace
volare in alto
dove lo spazio è per tutti
dove alla brezza
danzano i colori
ognuno per se stesso
eppure uniti in un sol raggio
di luce


domenica 9 settembre 2012

“CESARE DEVE MORIRE”



Sullo schermo le immagini scorrono
E sono veri e inventati i volti
con gesti e parole d'una tragedia
Che finito non ha mai sullo schermo
Del mondo d'essere rappresentata

C’è il volto del potere che sicuro
S’asside e la distanza rode e scava
Tra il palazzo e la piazza
Ma negli occhi l’ombra ha di quel notturno
giaciglio su cui  la noia s’avvolge
E  il filo  dei pensieri s'addipana
Negli echi di solitudini infinite

Il Giuda c’è dallo sguardo mellifluo
Che ha non  una ma tante
Volte ingannato col sorriso storto
Per vicoli di perdute città
Alla droga alla mafia e al malaffare
I compagni ha offerto innocenti o no
In croce sui patiboli del mondo

L’eroe infine che di sangue si macchia
ha preso l'arma accecato d’amore
E nel colpo  ha provato il caldo
Abbraccio infinite volte d'un corpo
Abbracciato e in quel vuoto l’idea sola
D’ombra e di dubbio una fossa vi stampa

Assassino l’eroe che applausi non ha
Dalla plebe che all’ultimo atto assiste
E  il buon padre padrone sceglie assisa
Elargitore di premi piuttosto
Che farsi con fatica
E con impegno da sé il proprio regno

Su volti segnati di secoli e ombre
uomini nati per vivere fra uomini
Per tessere le tele e costruire
Per lottare e soffrire per nascere
E morire odiando e amando
Sulle strade del mondo
Nel caos delle città
O nei deserti dov’è l’infinito

Le sbarre di una cella con ragione
Di fronte alla parola umanità
Diventano prigione


http://www.adnkronos.com/IGN/Mediacenter/Musa_TV/Proiezione-speciale-nel-carcere-di-Rebibbia-per-Cesare-deve-morire_313139349995.html

http://www.youtube.com/watch?v=HdNpnS4LQas

CESARE DEVE MORIRE (Caesar must die) Un film di Paolo e Vittorio Taviani - è stato premiato a Berlino con l'Orso d'oro,

domenica 26 agosto 2012

BOSA LE CONCIE





D'aria antica e moderna si fa via
il fiume placido che invecchia sotto il ponte
ai moli barche da pesca e gabbiani
che dondolano fermi
e godono il sole con le penne scintillanti,
nel becco un sorriso ironico
e amaro che si tramuta in grido
quando il vento li chiama a planare
alti oltre l'umano

mercoledì 22 agosto 2012

In spiaggia COLORI



Sta a lato della piazza Povertà
ed ha la mano nuda e il corpo a terra
dove la terra è nuda.
Schiava di fame e di necessità
di una coperta al freddo
di suola alle scarpe nuova
dell’oggetto essenziale
al necessario bisogno corporale.
E’ cattivi pensieri o stanchi
e rassegnati non pensieri
una rinuncia all’anima
una lotta di carne e sangue e d’unghie.
Come disse il povero al potente
quando la falce nera
uguali nella polvere li rese
ciò che hai avuto e goduto
ch’è frutto d’un mal speso potere
i poveri te l’hanno concesso
perché giustizia ci fosse
e fossero i beni ripartiti
a tutti fosse il lavoro un diritto
e premio la ricchezza alla fatica.
Tu l’ordine hai sovvertito
e del potere hai fatto un vizio
i ricchi hai arricchito
ed ai poveri hai tolto il rispetto.
Come disse al povero il potente
quando la falce nera
nella polvere uguali li rese
finché ho potuto ho preso
perché sapevo che giustizia non è
e giudizio nemmeno nella terra
che gira né nella polvere nera
e se ora siamo uguali
sei sempre tu nel confronto
il perdente.
 E a lato della piazza Povertà
ha la mano nuda e il corpo a terra
dove la terra è nuda.

Stintino anni '30



Dei mille panorami si sciorina
All’ovest pallido d’umidi veli
L’unico a me che chiama di mari e spini
L’acre respiro ed avaro d’intrichi
S’involve in sé raspando la terra
Ma d’improvviso s’espande
E s’offre scarmigliato e nudo
Al vento che di maestro impone
La sua ala scalpitante 


ARCO


Arco di  calcificate vertebre
si staglia curvo
contro un cielo senza nubi
scoccata la sua freccia
sta pietrificato nel gesto teso
all'ombra torta del capelvenere

domenica 5 agosto 2012

Estate in città




Accumuli pensieri
che svaporano lenti
sotto il sole di un'estate in città
Era soltanto ieri
l'assalto dei gelidi e umidi venti
e anche domani sarà

giovedì 28 giugno 2012

Saline RIFLESSI




L’argento in squame franto
pesa come un’armatura lucente
scudo si fa di liquidi sussulti
battono cuori profondi nell’oltre
degli abissi oscuri ove il raggio frange
di luce ad echi ascosi scrigno
che abbaglia per non sentire
l’urto d'onda vibrante d'opali 

venerdì 15 giugno 2012

COMPAGNI DI VIAGGIO

GLI UOMINI BLU




































Di viaggio compagni ne ho
Guardo le loro facce buie
Indifferenti
Riflesse sui finestrini .
Scorrono tremolanti
Sulla campagna che a sua volta
Corre come un nastro verde
E un occhio diventa albero
Un naso diventa mucca
E una fronte corrugata
Si  fa campo arato col contadino.
Che la strada sia lunga
Che la campagna sia infinita
Che il viaggio non smetta mai
Di trasformare le facce
Dei miei compagni di viaggio

mercoledì 6 giugno 2012

Nudo in blu, omaggio a Picasso



Stai leggera nell’ombra
avvolta nella tua
azzurra nudità





SUL FONDO DEL POZZO

Dove si tocca il fondo,
il fondo secco,
trasuda il pozzo
d'antiche siccità e consumate maree
dove caduto è l'ultimo
arreso brandello di veste
sulla nudità
non concessa;
non è che l'anima
stupidamente scoperta
assente assordata
rattrappita,
riprende a contorcere un gesto
incomprensibile
oltre l'alto muro di pietra
sul cerchio orlato del cielo


sabato 2 giugno 2012

MAMMA A VENT'ANNI




Perchè scrivere una nuova poesia
quando ti ha colto d'improvviso
la stretta unghiata della commozione
pietà d'altri dolori a te lontani
ma non tanto che non sia
l'umanità che è in te che brucia
e trema
sfrigolando e geme
con lo stesso rumore fumoso
e rosso
lo stesso sangue
e acqua che scorre
sulla tua anima nuda
scava rivoli nella polvere
di silenzi e frantumati
scogli d'ardesia
e nero
come la tua stessa ombra
tremante all'agguato
dei giorni che ancora verranno
e porteranno lacrime
o forse gioie

ma poche credo
che troppa consapevolezza
e troppa empatia
t'unisce al modo delle umane
sciagure





giovedì 31 maggio 2012

luce e ombra



sole e ombra pertugi sbarre spiragli
donde entra esce
come l'onda che frange la riva
entra esce 
la luce che inonda l'anima
e poi si ritira

sabato 7 aprile 2012

Ti ho sentito arrivare


Ti ho sentito arrivare
Ho sentito il tonfo dei piedi nudi
Sulla terra come un battito
D’ali l’ansito d’animale al limite
Dei boschi proteso ad una carezza
E pronto a sfuggirla prima
D’assaporarne la trappola tesa
E via riprendi l’erta verso l’impervia
Cima che non ardisco scalare.
Resto ancora con gli occhi chiusi
Nel mattino che sorge appena
Tra le ciglia impigliata è la notte
Con i suoi echi e i suoi sogni


seconda versione

Ti ho sentito arrivare,
ho sentito dei nudi piedi il tonfo
come un battito d’ali,
 l’ansito d’animale sul limite
dei boschi, proteso ad una carezza
e già pronto a sfuggirne la trappola
prima d’assaporarla.
 E via riprendi l’erta
 verso l’impervia cima
che non oso scalare.
Negli occhi ancora chiusi
sorge il mattino appena,

tra le ciglia è impigliata la notte.

mercoledì 14 marzo 2012

DOMENICA




Cerchi il riposo di una domenica
qualsiasi, dolce come la luce
 dalla finestra che si frange tiepida
sulla tavola appena sparecchiata,
come d’un chiacchiericcio delle amiche
che t'accompagna, per essere ancora
un po' ragazza in un giorno di festa

martedì 28 febbraio 2012

INDONESIANE





FANCIULLE IN FIORE


Fanciulle in fiore di fiori vi ornate
e di sorrisi accesi
la festa che si ripete illuminate
diversi e uguali  insieme
i volti ai voti attesi
volgete devoti come in preghiera
all'arrivare della primavera
e il vostro piccolo cuore fremente

LA LAMA DEL TUO SORRISO, MARTA



La lama del tuo sorriso
di luce coglie  e scintilla
lo spigolo  di marmo

il miele in dolcezza scioglie
che si nasconde ma nel fondo c’è

e dove lo sguardo  è fosco
si rischiara al ballo dei falò  
che covano la vampa 


giovedì 23 febbraio 2012

MARE E ULIVI






dal ramo dell'ulivo l'ombra
che pende s'insinua
sulla pendice scoscesa
e beve avida al tuo azzurro




haiku


l’ombra del ramo
pende verde sul mare
sete d’azzurro