martedì 17 giugno 2014

Addio al lungo giorno

Volge al termine questo lungo giorno
Dai mille tramonti e le albe rosa
Silenziosamente
E non sono mancate le burrasche
I gelidi venti
Che facevano parte del gioco
I tuffi nel mare chiaro di Stintino
e le spiagge brillanti di silicio
sotto i soli d’agosto e di settembre
Le nuvole rosa degli alberi di Giuda
Nei Giardini Pubblici assolati
Intorno alla fontana grande con i pesci rossi
Sassari rideva sulla sua dolce collina
Avvistando lo splendido golfo laggiù
E l’Asinara dorata
Tra i tetti delle case degradanti.
È finito il nostro tempo
Quelli degli anni cinquanta
I ragazzini sempre ultimi della fila
A guardare il mondo che cambia
Adagiati sui selciati vecchi dei nostri padri
Impossibile scordare in lampi fugaci
I cavalli col muso nella biada
Le carrozzelle ferme in Piazza d’armi
E Piazza d’armi -perché, se è solo una via
Come le altre?- Ci hanno costruito
La scuola media sulle marce fasciste
L’asfalto e i semafori
Le strisce pedonali dove marciavano
Le camicie nere barzelletta del mondo
I giovani con i libri in mano
E i cellulari accesi non vedono
E non sentono il cuore che batte
Del nostro giorno alla fine
Non sanno dei grembiuli neri
E dei fiocchi rossi
Delle macchie d’inchiostro sui quaderni
E sulle dita che stringendo la penna stilografica
Allineavano parole
Nelle righe di quinta elementare
C’era ancora silenzio per sentire
Le voci e le risate
Lacrime per soffrire
Nelle solitudini e grida per gridare
La nostra libertà

Ancora tutta da conquistare

2 commenti:

  1. Abbiamo fatto in tempo a vivere in un mondo dove tutto era simile a quello di chi era venuto prima,però abbiamo anche vissuto un cambiamento forte,nel 1968, sperando che il mondo sarebbe diventato più giusto ...Sembrava un nuovo inizio e poi,da lì, sarebbe venuto il tempo più bello... le conquiste femminili in particolare sono state tante ,ma le donne, continuano a morire,vittime della violenza domestica, come ai tempi della pietra.


    Senza disprezzare la realtà sociale dei nuovi media,non posso fare a meno di notare che hanno formato nuove gabbie dove la gente si infila volontariamente ,per aprirsi al mondo,teoricamente,ma poi chiudendo,ossessivamente la vita nel piccolo spazio di un display.
    La gabbia da sempre dà sicurezza,mentre lo spazio aperto mette paura ,a quanto pare.Mi sa che siamo coetanee...Abbraccio,Rita.

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  2. Probabilmente siamo coetanee:un periodo, il nostro,veramente eccezionale di transizione durante il quale è tutto completamente cambiato e così velocemente che non ho fatto in tempo a sentire l'ultima volta che mi hanno detto "sei una ragazzina del '54" che mi ritrovo alla fine di questo lungo giorno.... abbiamo vissuto gli anni del boom, ed una libertà nuova, una forza ed un coraggio dato dalla speranza che le utopie si potessero realizzare. Tante cose si sono ottenute, noi donne soprattutto conquiste ne abbiamo fatte! ma ci accorgiamo che dopo un ostacolo superato ce ne sono ancora molti altri. Io sono insegnante; con quanto entusiasmo ho iniziato il mio lavoro: potevo gettare e diffondere il seme della libertà,
    della giustizia, suscitare domande e sollecitare risposte nelle menti degli adolescenti... oggi molti dei miei studenti mi sembrano più vecchi, molto più vecchi di me! E poi li scopri deboli e fragili, pieni di insicurezze e disistima. non sanno cosa sia il coraggio e non hanno sogni per cui valga la pena impegnarsi. Purtroppo la Sardegna è la regione d'Italia con più dispersione scolastica a causa del grave disagio sociale e del degrado delle scuole.

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